Una montagna d’acqua

Seggiano, le sue sorgenti e i torrenti

Probabilmente l’Amiata deve il suo nome alla locuzione latina Ad Meata , che potremmo tradurre con “alle sorgenti”. La nostra montagna, infatti, è ricca di acqua, disseta gran parte della Toscana e ci regala luoghi veramente fantastici, dove l’acqua è sovrana incontrastata.

Le principali sorgenti amiatine si trovano nella fascia tra i 500 e gli 800 metri a seconda della zona. Più in basso, dove finisce lo strato di terreno vulcanico, l’acqua esce fuori perchè non riesce a filtrare lo strato argilloso più a valle. Più in alto si trovano invece le sorgenti che hanno una portata maggiore e riescono a filtrare le rocce vulcaniche.

Nel territorio di Seggiano troviamo molte sorgenti e molti corsi d’acqua, tutti all’interno di questa fascia grazie alla quale possiamo dire che l’Amiata è una montagna d’acqua.

Per secoli i seggianesi hanno sfruttato questo dono della natura, creando un legame così intenso che ancora oggi non si spezza. 

Facciamo qualche esempio pratico.

La sorgente della Burlana si trova a pochi metri dalla provinciale che collega Seggiano a Castel del Piano (la vecchia statale 323) , sotto un enorme masso trachitico che d’Estate è nascosto dalla vegetazione, ma che d’Inverno si può vedere da lontano. Proprio lì sotto si trova questa sorgente, ormai captata per rifornire d’acqua Siena, ma che per anni ha regalato la sua acqua ai seggianesi. Il rumore dell’acqua che sgorga all’interno della galleria si sente nitidamente da fuori, e per questo si capisce perchè tutt’intorno sia un fiorire di piante e campi, perchè, a pochi metri, avessero deciso di costruire un poderino già alla fine del ‘700.

Scendendo a valle la situazione non cambia.

Il Bugnano, seppur nasca nel territorio di Castel del Piano e dia molta della sua acqua a Grosseto, scorre quasi interamente nel comune di Seggiano. Al “ponte della Lama” , secoli fa, fu imbrigliato in un sistema di prese e di mulini, in modo che la sua forza potesse essere sfruttata per lavorare il ferro e per macinare il grano. Oggi, di quella creazione idraulica, restano i condotti ed altre costruzioni che il FAI (Fondo Ambientale Italiano) ha spesso visitato e che presto saranno recuperate.

Ancora più a valle, ecco il Vivo, torrente che nasce dalle alte viscere della montagna e che si butta prima nell’Ente e poi nell’Orcia. Per qualche chilometro scorre placido a valle di Seggiano, creando qualche piccola cascata che negli anni ha visto prima la costruzione di ferriere e mulini, poi i bagni di numerosi seggianesi. Di tutti i corsi d’acqua che percorrono il nostro territorio, forse questo è uno dei migliori per pescare qualche pesce e, sicuramente, per rilassarsi.

Una simbiosi tra uomo e territorio, una simbiosi tra uomo e acqua. Nei secoli sarebbe stato impossibile non creare qualcosa del genere. Tutto rispettando sempre la natura e i suoi tempi. 

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